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ETNA E VINO: FU ULISSE IL PRIMO SOMMELLIER DELLA STORIA?

La Sicilia, terra di miti e leggende, di storie e dominazioni, ha da sempre affascinato l’immaginario collettivo fin dall’antichità. Il vino sull’Etna, ad esempio, appartiene ad una storia millenaria che si perde in cronache e poemi antichi che da sempre affascinano l’uomo.

Omero nella sua Odissea, fa giungere Ulisse e i suoi uomini su una grande isola verde cosparsa di scogli ed insenature create da preistoriche colate laviche, con un vulcano sbuffante fuoco, fumo e lapilli incandescenti, alle cui pendici pascolavano greggi ben pasciute. A quella vista gli achei fecero salti di gioia ma non sapevano di essere arrivati in Sicilia, ai piedi dell’Etna, nella terra dei Ciclopi.

«Ciclope, ehi Ciclope, forse gradiresti un po’ di buon vino color rubino, dopo un simile pasto a base di carne, sappi che il vino rosso ben si abbina ai grandi bocconi di carne, grande Ciclope!» Così Ulisse, che potremmo scherzosamente considerare il primo sommelier della storia, invitò il terrifico Polifemo a bere il vino etneo allo scopo di ammansirlo e sfuggire alla morte.

Fonti storiche affermano che Ateneo, grammatico greco del II secolo dC, riferì che proprio sull’Etna venne piantata la prima vigna in Sicilia da Oresteo, re dei Locresi. Ancora: Catone nel suo De Re Rustica descrive i Palmenti delle antiche cantine etnee.



Il territorio etneo, eroico e leggendario si intreccia alla storia di famiglie contadine, di uomini e donne che così come fece il re di Itaca con il Ciclope, hanno nel tempo ammansito una terra difficile, faticosa, ma allo stesso tempo ricca e molto generosa.

Piantare una vigna del resto non è come piantare una pianta da frutto qualsiasi ed immediatamente produttiva, ma è un gesto di grande fiducia nella Natura, un grande atto di speranza, e non a caso fu il primo gesto compiuto da Noè dopo il diluvio universale. Il frutto prezioso della vigna non è l’uva, ma il vino, bevanda degli Dei che invita a cantare la vita, e che si produce con costanza, cura, maestria ed impegno. Per questo piantare una vigna è come sposarsi con la terra, un matrimonio che celebra un patto di cure e dedizione.

Fa’ circolare il vino vecchio, dorato, e bevi da mane a sera:

bevi al suono del liuto e dei canti degni di Ma’ bad!

Non c’è vita serena, se non all’ombra della dolce Sicilia

Sotto una dinastia che sopravanza le cesaree dinastie del re.

Questi gli struggenti versi del poeta musulmano Abd ar-Rahman di Butera, espressione eloquente della nobiltà del bere vino in età normanna sulla scena regale siciliana di Ruggero II, un omaggio alla Sicilia ed al suo frutto più inebriante: il vino. A testimoniare un interesse e un culto per i vini siciliani che attraversa, rimanendo intanto, secoli di storia e di eterogenee dominazioni.




I vini Licciardello fanno orgogliosamente parte di questo leggendario territorio enoico etneo, che deve il suo fasciano ad un vulcano potente e più volte temuto che con la sua costante attività lavica, oggi è considerato come un vero e proprio fenomeno geologico, agricolo e culturale tutto da scoprire o da riscoprire.

Considero Herous , Maria Elena , Del Patrimonio , vini dai colori intensi, dai profumi inebrianti e minerali, come pagine degne di una storia ricca e in divenire come quella siciliana, capaci di ispirare ancora a distanza di secoli pagine epiche o versi appassionati.

Quando lavoro in vigna, mi prendo cura di una terra sorretta dal gigante Tifeo, imprigionato proprio sotto il vulcano, osservo la forza della ginestra che si fa spazio tra le rocce laviche spente, mettendo radici forti, come quelle delle mie viti e sono orgoglioso del mio lavoro, della mia Isola e del mio vino, che se vuoi bere e degustare puoi ordinare qui.


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