LA MIA STORIA
IL SOGNO DI UNA VITA
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Nel 2018, dando forma al mio sogno, ho aperto ufficialmente la mia azienda vitivinicola sull’Etna: una scommessa di vita ma anche una sfida impegnativa. Lasciare un lavoro sicuro per una passione piena di incertezze era un pensiero assillante, una paura che accompagnava tutte le mie giornate. Appesi allora, in una parete del mio ufficio, con tanto di cornice, le parole di Luigi Einaudi, primo presidente eletto della Repubblica Italiana, con l'impegno di fissarle nella mia mente e di guardarle nei momenti di sconforto.
Posso dire, col senno di poi, che quella "vocazione naturale", di cui egli scrive, io l'ho trovata.
“… Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. E’ la vocazione naturale che li spinge, non soltanto la sete di denaro. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propia azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno.
Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti i loro capitali per ritrarre spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi.”
IL LOGO
Ho sempre pensato che uno dei massimi stati cui l’essere umano deve tendere nel corso della propria vita, sia quello dell’equilibrio. Fedele a questo principio, quando mi trovai a dover creare il logo aziendale, pensai ad una figura che potesse rappresentare al meglio tale concetto, ma che lo facesse in modo non astratto. Ho subito pensato ad un equilibrista che ha scelto l’Etna come teatro naturale in cui esibirsi. Nei vigneti terrazzati dell’Etna che hanno caratterizzato la viticoltura eroica di un tempo e che tuttora ritroviamo in alcune storiche contrade del vulcano, ho voluto rappresentare l’equilibrista con la figura del “vendemmiatore”, “u vinnigniaturi”, che porta sulle proprie spalle un “cufinu”, cesto di canna e salice intrecciati. Egli si muove con destrezza, lungo gli stretti e ripidi muretti come l’equilibrista su un filo.